FederSpecializzandi analizza e commenta i contenuti della bozza di DdL delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex articolo 22 per il Patto della Salute

Stiamo assistendo ad un momento in cui è tangibile la necessità di ripensare un Sistema Sanitario ed un sistema formativo sostenibili e di qualità. FederSpecializzandi sostiene la necessità di mettere al centro della riflessione i bisogni in salute della popolazione e ripensare, quindi, l’intero Sistema Sanitario, la gestione delle risorse umane e la formazione medica sulla base delle prestazioni assistenziali che dobbiamo eseguire e quindi delle competenze che è necessario acquisire per rispondere ai bisogni della società. Seguendo questo paradigma, auspichiamo si possa operare un cambiamento nel sistema formativo medico mettendo al centro la sostenibilità e la qualità dello stesso, la programmazione adeguata degli accessi al percorso formativo, dal pre laurea al mondo del lavoro, l’omogeneità e la parità dei diritti formativi, l’adeguatezza della definizione delle competenze da acquisire e della loro valutazione, la realizzazione di un momento di formazione-lavoro post laurea volto ad all’acquisizione di competenze di tipo generale prima della specializzazione, la ridefinizione dei percorsi di formazione in medicina generale, l’equilibrio tra lo svolgimento di attività clinica sul territorio, in centri ospedalieri e in centri universitari.

FederSpecializzandi analizza e commenta con il presente testo i contenuti della bozza di DdL delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex articolo 22 per il Patto della Salute, resa pubblica a seguito dell’incontro tra i Ministri Giannini e Lorenzin in data 16 gennaio 2015.

Con questo documento si prospettano, all’interno di una riflessione più ampia sulla riorganizzazione del Sistema Sanitario nella gestione e nello sviluppo delle risorse umane, provvedimenti di legge volti a disciplinare la formazione medica specialistica.

FederSpecializzandi si esprime favorevolmente riguardo alla scomparsa in questa nuova bozza della proposta di un doppio canale di accesso al percorso formativo specialistico, paventato nella prima versione di tale bozza (novembre 2014).

FederSpecializzandi appoggia la proposta di ampliamento della rete formativa, ritenendo che il territorio e le strutture ospedaliere possano offrire al medico in formazione un’opportunità importante all’interno del percorso formativo. Si ritiene necessaria però una rigida definizione di standard e requisiti per l’individuazione e l’accreditamento di strutture adeguate al ruolo formativo, attraverso gli enti istituzionali adibiti a tale compito, come l’Osservatorio Nazionale per le Scuole di Specializzazione.

Ribadiamo con forza, in linea con quanto espresso nella bozza stessa, la necessità di definire con precisione le competenze di ogni percorso formativo specialistico e quindi individuarne modalità di valutazione mirate ad accertarne l’acquisizione. In tal senso il documento proposto dai Ministeri esprime la necessità di una graduale assunzione di responsabilità dello specializzando durante il suo percorso di formazione. Tale assunzione di responsabilità potrà essere meglio definita a mezzo dell’individuazione e valutazione graduale delle stesse competenze sopra citate.

La rotazione all’interno delle strutture accreditate che compongono la rete formativa dovrebbe essere rigorosamente organizzata e ben definita nelle tempistiche e negli obiettivi formativi che devono essere raggiunti in ogni sua fase.

FederSpecializzandi esprime riserve e preoccupazione nei confronti della proposta di inserimento dei medici specializzandi all’ultimo biennio di formazione specialistica nelle strutture assistenziali incluse nella rete formativa, con stipulazione di diverso contratto di formazione-lavoro.

In primo luogo non viene descritto nel dettaglio nel documento il grado di responsabilità professionale assunto dal medico in formazione specialistica nel nuovo contesto lavorativo, non essendo chiaro se la figura dello specializzando resti ancora “non sostitutiva” del medico strutturato.

Riguardo all’aspetto retributivo, il fatto che gli oneri siano a carico delle Regione e Province Autonome, con cessazione della retribuzione a mezzo di borsa di studio prevista dal contratto di formazione specialistica, rischia di aggravare la critica situazione di blocco del turn over nelle assunzioni da parte del Sistema Sanitario.

Inoltre gli specializzandi degli ultimi anni andrebbero a supplire carenze di organico, non rendendo quindi necessaria l’assunzione di personale strutturato.

Ci chiediamo poi quali potrebbero diventare, alla fine del percorso di formazione, le differenze in termini di opportunità lavorative e di assunzione sul territorio, tra i medici che hanno scelto di lavorare gli ultimi due anni sul territorio e quelli che hanno scelto di rimanere nella struttura universitaria. Ci chiediamo se non si venga a creare un “doppio canale tardivo” con successiva disomogeneità nell’accesso al mondo al del lavoro.

Per quanto riguarda l’aspetto formativo, ferma restando la supervisione della scuola di specializzazione, anche durante i due anni svolti in altra struttura, non è chiarito dal documento quali saranno le modalità di valutazione e controllo sulla qualità della formazione ricevuta nel biennio svolto sulla rete formativa. Inoltre, in ragione anche della riduzione a 4 anni di molti dei percorsi formativi prevista da recenti provvedimenti ministeriali, e in ragione del percorso di tronco comune previsto per i primi 6 mesi del primo anno, ci chiediamo se la durata di 18 mesi del percorso formativo nella struttura specialistica universitaria, integrato poi ai 2 anni sul territorio, possa essere ritenuto sufficiente ed equilibrato all’acquisizione di tutte le competenze previste dagli ordinamenti didattici.

Chiediamo quindi con forza che il processo di valutazione dello specializzando durante il periodo di formazione specialistica e, soprattutto, alla fine di questa, sia eseguito in modo sistematico, con modalità adeguate all’accertamento dell’acquisizione di tutte le competenze cliniche teoriche, pratiche e comportamentali. In particolare chiediamo che sia definita una modalità di esame unico finale nazionale per ogni singola specialità volto a valutare ogni specializzando, qualsiasi percorso abbia svolto durante i suoi anni di formazione specialistica, nell’ottica di garantire uno standard qualitativo di preparazione del medico specialista alla fine del suo percorso formativo.

FederSpecializzandi chiede quindi che tale periodo di formazione da svolgere sul territorio sia espletato all’interno di strutture adeguatamente accreditate, sia soggetto ad opportuna valutazione, sia definito il grado di responsabilità professionale del medico in formazione in questo periodo di tempo e che sia mantenuto il principio di non sostitutività del medico strutturato. Inoltre si chiede che tale momento di attività su rete formativa regionale venga svolto all’inizio (es. primi due anni) del percorso formativo post laurea, potendo anche andare a svolgere la funzione di tronco comune per il percorso di specializzazione. Tale sistema permetterebbe di svolgere attività di formazione lavoro in contesti territoriali ed ospedalieri della rete formativa in un momento del percorso formativo in cui si dovrebbero acquisire competenze di tipo generale. Inoltre non si andrebbero a creare canali diversi di accesso al mondo del lavoro e sarebbe più semplice definire il grado di responsabilità e non sostitutività dello specializzando.

Auspichiamo l’istituzione di contesti tecnici di riflessione ed elaborazione all’interno dei quali le istituzioni si possano confrontare con le Associazioni di competenza di categoria, nell’ottica di delineare proposte condivise e di qualità.