Verso la laurea abilitante: al via dal 2019

Come si apprende da un comunicato del MIUR, la Ministra Valeria Fedeli ha da poco firmato il nuovo “Regolamento recante gli esami di Stato di abilitazione della professione di medico-chirurgo”.

Il tirocinio trimestrale obbligatorio per l’abilitazione, prima riservato al post-laurea, verrà ora integrato all’interno dei sei anni del corso di studi in Medicina e Chirurgia.
Tale tirocinio non potrà comunque essere espletato prima del quinto anno di corso e potrà essere effettuato solo in seguito al superamento di tutti gli esami fondamentali previsti nei primi quattro anni del corso di studi.

La prova d’esame consisterà in 200 quesiti a risposta multipla, costruiti sull’esperienza delle prove del progress test e, di questi, 150 riguarderanno la formazione “clinica”, volti a valutare la capacità dei candidati nell’applicare le conoscenze biomediche, cliniche, deontologiche ed etiche alla pratica medica.

Per quanto riguarda le tempistiche, è prevista una fase transitoria: laureate e laureati magistrali in medicina avranno ancora due anni di tempo, dall’entrata in vigore del Regolamento, per effettuare comunque il tirocinio dopo il conseguimento della laurea.

La prima sessione dell’esame di Stato di abilitazione professionale con le nuove modalità previste dal Regolamento si svolgerà a luglio 2019.

Siamo felici che si sia ufficializzato un passaggio così importante per la formazione medica, auspicato da tempo da FederSpecializzandi come si può leggere nel nostro Manifesto Programmatico.

Questa nuova modalità di esame, più che un punto di arrivo rappresenta per noi un fondamentale punto di partenza per modificare il paradigma della formazione nel pre-laurea, mediante il perfezionamento di un sistema che sia in grado di valutare, attraverso metodologie validate e riconosciute internazionalmente, la reale acquisizione delle conoscenze e competenze, pratiche e comportamentali.

Sarà pertanto fondamentale assicurarsi che i percorsi formativi dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia Italiani vengano uniformati a livello nazionale e che gli studenti possano essere effettivamente valutati sulla base delle loro competenze cliniche ed attitudinali, e non soltanto sulle loro conoscenze teoriche. La situazione attuale vede infatti programmi ancora diversificati, con una disomogenea ripartizione anche delle tempistiche.

Un’importante riflessione riguarda infine l’accesso alle scuole di specializzazione.

Con l’accorciamento dei tempi di abilitazione, occorrerà esplicitare in maniera chiara l’eventuale possibilità per gli abilitati nel 2019 di concorrere alla prova di accesso nazionale dello stesso anno, a cui, secondo le tempistiche vigenti, potranno prendere parte coloro che otterranno la laurea nelle sessioni di luglio e settembre/ottobre 2018.
Se al concorso 2019 dovessero presentarsi un numero quasi doppio di partecipanti, sarà infatti necessario incrementare di conseguenza anche le borse di specializzazione, e organizzare le strutture per garantire una formazione adeguata a tutti i nuovi specializzandi.
Si tratterebbe certamente di un investimento oneroso, ma strategico, almeno stando ai continui appelli sulla futura carenza di specialisti nel nostro Paese.

Pertanto, invitiamo fin da ora le Istituzioni competenti a pianificare adeguatamente e con anticipo questo delicato passaggio, al fine di evitare un ulteriore incremento dell’imbuto formativo che ancora oggi rimane un problema critico e non affrontato.