Laurea abilitante: alcuni aggiornamenti

Dopo la firma del nuovo “Regolamento recante gli esami di Stato di abilitazione della professione di medico-chirurgo” da parte della Ministra Fedeli, comunicata il 10 maggio scorso, si sono appresi ulteriori aggiornamenti per rispondere alle richieste di chiarimento in particolare da parte degli studenti.

Il nuovo regolamento prevede che il tirocinio trimestrale valido per l’idoneità all’esame di stato sia anticipato al pre-laurea, in modo da accorciare i tempi di abilitazione.
Il tirocinio professionalizzante potrà essere effettuato dal 5° anno di corso, purché tutti gli esami fondamentali fino al 4°anno siano superati.
Inoltre, come già riportato, il nuovo esame consisterà in una prova di 200 quesiti a risposta multipla di cui 150 riguardo la formazione clinica, su modello del progress test (quindi verosimilmente i quesiti non proverranno dallo stesso archivio, ma avranno una simile impostazione).
Nel comunicato del MIUR si prevedeva per luglio 2019 la prima sessione dell’Esame di Stato con le modifiche previste dal nuovo Regolamento.

Il giorno 14 maggio 2018, sono stati resi noti aggiornamenti da parte della Presidente della Conferenza Permanente dei Presidenti dei Corsi di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia, la Prof.ssa Stefania Basile, che ha precisato che occorreranno adeguamenti per tutti i CLM in Medicina e Chirurgia per inserire negli ultimi due anni di corso il tirocinio trimestrale professionalizzante obbligatorio per l’esame di abilitazione.
Tali adeguamenti coordinati dalla Conferenza Permanente, saranno fondamentali per garantire l’omogeneità di svolgimento e valutazione dei tirocini.

Di conseguenza, per gli studenti iscritti al sesto anno di corso nell’a.a. 2018/2019, sarà necessario usufruire della fase transitoria di proroga di massimo due anni per lo svolgimento del tirocinio.

Pertanto, nonostante l’entrata in vigore del nuovo Regolamento sia prevista per luglio 2019, la Presidente Basile ha sottolineato che la prima tornata del nuovo esame di stato potrà svolgersi solo dopo la prima sessione di laurea dell’anno accademico 2019/2020 e cioè nel luglio 2020.

E’ opportuno evidenziare che il nuovo iter non definisce una vera e propria laurea abilitante. L’esame di abilitazione rimarrà in ogni caso presente, ma verranno modificate le tempistiche per permettere di anticiparlo a sessioni più vicine alla laurea.

Come già indicato da FederSpecializzandi nel precedente comunicato, pur esprimendo apprezzamento per questo passo avanti verso la laurea abilitante, rimane la preoccupazione per il possibile incremento dell’imbuto formativo che potrebbe verificarsi in concomitanza del primo concorso nazionale accessibile agli abilitati secondo il nuovo Regolamento.

Appare chiaro che in questo modo, nel 2020 un numero superiore di medici neoabilitati potrebbero partecipare al concorso nazionale per l’accesso alle Scuole di specializzazione in Medicina e ai Corsi di formazione per Medici in Medicina Generale.

Infatti, oltre ai laureati nelle sessioni di luglio e settembre/ottobre 2019 abilitati con l’esame previsto dal vecchio regolamento, potrebbero concorrere anche i laureati del 2020 con il nuovo esame di abilitazione, la cui prima sessione è prevista per l’appunto per luglio 2020.

Nella lettera della Presidente Basile ai Presidenti CLM e del Presidente dell’Intercollegio di Area Medica Andrea Lenzi da cui riceviamo i suddetti aggiornamenti, viene inoltre riportato che la Conferenza Permanente si impegnerà a richiedere al MIUR, al Ministero della Salute e al Ministero dell’Economia e Finanze (Mef) una copertura economica appropriata per garantire l’accesso di un numero di candidati adeguato, considerato l’aumento degli stessi rispetto alle altre edizioni dei concorsi.

Infine teniamo anche ad evidenziare le implicazioni da un punto di vista formativo che un simile cambiamento comporterà.
Come già detto, questa occasione non deve rappresentare un punto di arrivo, ma un punto di partenza per ripensare i percorsi di formazione pre-laurea e mettere mano alla grande disomogeneità nei corsi universitari.
Occorrerà inoltre intervenire sull’approccio didattico e fare in modo che i percorsi in Medicina e Chirurgia siano incentrati sull’apprendimento e la certificazione delle competenze secondo il paradigma del “sapere, saper fare e saper essere”, affiancando nuovi modelli di insegnamento e valutazione a quelli tradizionali.
Se ciò non avverrà si tratterà semplicemente di un accorciamento dei tempi post-laurea senza una significativa modifica del modello formativo.

Ci auguriamo pertanto che questo percorso avvii davvero un auspicato cambio di paradigma verso una formazione quanto più possibile professionalizzante e garante delle competenze.


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