Comunicato di FederSpecializzandi sull’emendamento per ridurre la durata delle scuole di specializzazione e per riorganizzare le classi e le tipologie delle specializzazioni mediche.

Nell’ambito del dibattito parlamentare sul DL “Istruzione” è stato presentato un emendamento, a firma dell’On. Crimì e al., volto a ridurre la durata di alcune scuole di specializzazione ri-allineandola rispetto alle tempistiche minime previste dalla normativa europea. Tale riduzione si applicherebbe ai corsi di specializzazione già avviati e i fondi risparmiati con questo provvedimento verrebbero destinati al finanziamento dei contratti di formazione specialistica che, come è noto, rischiano di essere insufficienti a garantire un numero di contratti adeguato rispetto al numero dei laureati in medicina e chirurgia. L’emendamento crea altresì le condizioni perchè il MIUR provveda a riorganizzare le classi e tipologie di specializzazione medica per i corsi a partenza dall’anno accademico 2013-2014, consentendo così una profonda opera di razionalizzazione dei diversi profili specialistici.

FederSpecializzandi, pur ritenendo discutibile il metodo con cui si propone una riduzione della durata dei percorsi formativi – tale riforma doveva essere, a nostro avviso, preceduta da una seria rivisitazione degli ordinamenti didattici in termini di aggiornamento delle competenze necessarie per conseguire il diploma di specializzazione e di obiettivi formativi attraverso i quali acquisire queste competenze – è consapevole di come la decisione di aumentare la durata di alcune specializzazione a partire dall’anno accademico 2008/2009 non fosse dettata da ragioni puramente formative ma, piuttosto, rappresentasse una scelta in molti casi arbitraria. In questo senso, intendiamo accogliere questo emendamento come un’occasione per una seria e rigorosa riforma della formazione specialistica italiana, a partire dall’identificazione dei profili specialistici realmente utili al Servizio Sanitario Nazionale, dalla costruzione di percorsi di formazione e di valutazione in grado di consentire un’omogenea acquisizione delle competenze che caratterizzano ogni singolo profilo specialistico.

Dobbiamo inoltre ricordare, in linea con quanto più volte fatto in passato, come la decisione di allungare alcuni percorsi formativi, oltre ad essere arbitraria, non sia stata attentamente valutata nei termini della sua sostenibilità economica. Dimostrazione ne è il fatto che non appena si è incominciato a pagare le borse degli specializzandi entrati nel loro ultimo anno di specializzazione, in quelle scuole il cui percorso era stato allungato, la mancata programmazione economica dei fondi necessari per assolvere a questi pagamenti e la concomitante crisi economica e finanziaria sta costringendo a un retroattivo dietrofront. Difatti, la criticità contenuta implicitamente in questo emendamento è che, per una mancanza molto grave di fondi destinati alle scuole di specializzazione, la possibilità di terminare il proprio percorso formativo da parte degli specializzandi già in corso rischia di essere mutuamente esclusiva con la possibilità degli aspiranti specializzandi di avere fondi necessari per il finanziamento di un numero adeguato di contratti.

Pur comprendendo questa difficile situazione e ribadendo la massima apertura di FederSpecializzandi nel trovare soluzioni volte a garantire il futuro delle giovanissime generazioni di medici, non possiamo esimerci dal sottolineare e portare all’attenzione delle istituzioni politiche come la retroattività della norma rappresenti un elemento di grande criticità che deve trovare una soluzione rispettosa dei percorsi formativi e di vita, quantomeno degli specializzandi attualmente frequentanti gli ultimi due anni di corso fra coloro che sarebbero interessati dalla norma (III e IV anno per le scuole ridotte a quattro anni, IV e V anno per le scuole ridotte a cinque). É infatti intuitivamente impensabile che tale riforma si abbatta in maniera indiscriminata su tutti gli specializzandi e senza tenere conto delle difficoltà di riadattare in corsa percorsi di formazione costruiti per essere articolati in 5 o 6 anni.
In questo senso sollecitiamo i firmatari dell’emendamento, qualora fosse approvato e fosse mantenuta la retroattività della norma, a presentare urgentemente un ordine del giorno in cui si richieda un passaggio graduale o, almeno opzionale, alla nuova durata delle scuole di specializzazione sancita nel presente emendamento. Ciò al fine di evitare la brusca interruzione del percorso formativo per gli specializzandi degli ultimi due anni.

Chiediamo, inoltre, il massimo impegno da parte del Governo per reperire i fondi necessari a finanziare un adeguato numero di contratti di specializzazione rispetto al numero di laureati in medicina e chirurgia, al fine di poter garantire agli aspiranti specializzandi la possibilità di completare il loro percorso di formazione e creare le condizioni necessarie perché possano mettere le competenze sviluppate al servizio del nostro Servizio Sanitario Nazionale.

L’Ufficio di Presidenza Confederale


Pubblicato

in

da