FederSpecializzandi esprime grave preoccupazione per le proposte del tavolo politico ex articolo 22 del Patto della salute e chiede che si apra un dialogo tra il MIUR e il Ministero della Salute riguardo la definizione di un percorso di formazione medica di qualità, dall’accesso universitario all’ingresso al mondo del lavoro.

FederSpecializzandi, in vista della riunione prevista per il 20 novembre pv, intende esprimere alcune considerazioni relativamente alle proposte formulate dal tavolo politico istituito ex articolo 22 del Patto della Salute.

Il suddetto tavolo ha reso pubblica, nei giorni scorsi, una bozza di Disegno di Legge che rivoluzionerebbe completamente l’iter di formazione medica e l’accesso alle posizioni lavorative del Servizio Sanitario Nazionale.

Viene infatti proposta la possibilità di accesso al SSN per i colleghi neolaureati e abilitati in assenza di diploma di specializzazione.

Viene inoltre introdotta la possibilità di accedere al percorso formativo specialistico come specializzandi in sovrannumero”, dipendenti del SSN.

FederSpecializzandi esprime la propria contrarietà a tale proposta che presupporrebbe l’assunzione di medici neoabilitati in un contesto lavorativo all’interno del quale non sia definito un percorso formativo adeguato, non siano descritti i tempi e le modalità di assunzione di responsabilità e non sia prevista idonea valutazione. FederSpecializzandi esprime inoltre preoccupazione riguardo all’inserimento successivo di dipendenti del SSN all’interno delle scuole di specializzazione come posti in “sovrannumero”.

Il doppio canale formativo creerebbe inevitabilmente una disomogeneità formativa e professionale dei futuri specialisti. Altresì, risulterebbe difficile stabilire standard assistenziali e formativi validi all’interno dei diversi contesti. Riteniamo inammissibile che medici neoabilitati, rimasti fuori dal percorso formativo specialistico, vadano a ricoprire esigenze lavorative sul territorio, fornendo professionalità a costo più basso in un momento della loro carriera in cui, come avviene nella maggior parte degli altri paesi europei, sarebbe piuttosto opportuno un periodo di formazione clinica generale, dove il giovane medico inizi un percorso lavorativo retribuito, anche sul territorio, ma in un contesto di formazione-lavoro ben definito e tutelato. FederSpecializzandi, inoltre, esprime profonda preoccupazione per le ricadute che tale provvedimento avrebbe sulle prospettive occupazionali dei medici neo-specialisti, già profondamente penalizzati dal blocco delle assunzioni nel SSN.

Siamo consapevoli della situazione molto difficile vissuta da migliaia di colleghi che non hanno avuto accesso alla formazione specialistica durante l’ultimo Concorso Nazionale, a causa della disparità del numero di contratti insufficienti rispetto al numero dei neaobilitati. Tale disparità è stata particolarmente evidente durante l’ultimo concorso ed è destinata ad esacerbarsi nei prossimi anni, a causa della incongruenza nella programmazione degli accessi al percorso di studi. Tuttavia, riteniamo che proprio in questo momento di difficoltà, che ci spinge a ripensare tutto il sistema formativo medico, sia importante ricercarne la qualità.

Auspichiamo che la disponibilità dimostrata dal SSN nel contribuire al percorso formativo medico post laurea, possa dare origine ad un costruttivo dialogo tra il MIUR e il Ministero della Salute per definire insieme i dettagli di un percorso moderno, sostenibile ed in linea con gli standard europei. In particolare, un periodo lavorativo nelle strutture non universitarie afferenti al SSN, associato ad un preciso percorso formativo generale, individuate, con la collaborazione del Ministero dell’Università, le competenze da acquisire e le modalità di valutazione, potrebbe rappresentare un importante momento nella carriera del neolaureato, in ragione anche dell’esigenza di limitare al minimo l’attività professionalizzante in specializzazione (tronco comune), nell’ottica della riduzione degli anni della formazione specialistica.

E’ evidente che questo percorso di formazione deve essere seguito dall’ammissione alla formazione specialistica per tutti coloro che ne hanno diritto e che i due Ministeri si devono impegnare per raggiungere tale obiettivo. FederSpecializzandi chiede quindi con forza che venga rivista la bozza del DDL proposto dal tavolo politico del Patto della Salute, escludendo l’accesso al SSN per i neoabilitati non specialisti ed escludendo, inoltre, il doppio canale formativo specialistico con gli specializzandi “in sovrannumero”, definendo, di concerto con i due Ministeri, un percorso formativo medico che preveda un’adeguata programmazione degli accessi alla formazione pre laurea, in linea con il fabbisogno in salute della popolazione e della società, un percorso di studi universistario che si concluda con una laurea abilitante all’esercizio della professione medica e poi un percorso formativo post laurea di qualità, omogeneo nella sua organizzazione e nella sua articolazione, a cui abbiano accesso tutti i laureati in medicina, composto da un momento di formazione generale e poi dalla formazione specialistica, ivi inclusa anche la formazione in medicina generale e cure primarie.

Tale formazione post laurea deve avere le caratteristiche di sostenibilità e qualità pedagogica adeguate all’importante ruolo tecnico, scientifico e sociale che i medici ricoprono all’interno del SSN e, più in generale, della società.