FederSpecializzandi supporta lo sciopero del 23 novembre 2018

Venerdì 23 novembre 2018 si svolgerà lo sciopero generale dei medici e veterinari dirigenti sanitari del servizio pubblico indetto da Aaroi-Emac a cui aderiscono Anaao Assomed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Cimo, Cisl medici, Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Fesmed, Fvm Federazione veterinari e medici, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Uil Fpl coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica e veterinaria.

Le sigle chiedono finanziamenti adeguati per il Fondo Sanitario Nazionale, assunzioni del personale medico e veterinario ed il rinnovo del contratto di lavoro, fermo ormai da 10 anni.

Condividiamo le posizioni verso la carenza di investimenti e di tutele nel mondo della sanità, in particolar modo verso la formazione specialistica e supportiamo lo sciopero indetto.

I medici in formazione all’interno delle Scuole di Specializzazione e al corso specifico in Medicina Generale vivono ogni giorno sulla propria pelle le criticità del sistema, erogando col loro lavoro prestazioni assistenziali, e allo stesso tempo prendendo parte ad un percorso formativo, non sempre adeguato a garantire la corretta acquisizione delle competenze necessarie a rispondere ai bisogni in salute della popolazione che si troveranno a curare.

Questo sciopero rappresenta pertanto un’occasione importante per ribadire punti che da sempre solleviamo.

  1. Aumento dei contratti formazione specialistica – Dopo anni di avvertimenti sulla possibile carenza di medici specialisti e di totale incuria dell’imbuto formativo, ora non è più possibile posticipare il problema. Serve un incremento di migliaia di borse per far fronte alle esigenze delle espresse dalle Regioni.
  2. Sblocco dei turnover regionali e incentivi ai giovani specialisti – Occorre garantire ai neospecialisti condizioni di lavoro adeguate e consone sia al livello di responsabilità sia al percorso di formazione. Se molti concorsi vanno a vuoto e aumentano le zone carenti, prima di pensare unicamente alla carenza di specialisti, è doveroso interrogarsi sulla natura dei contratti. Come mai i neo specialisti non partecipano? Che tipo di retribuzioni garantiscono? Che tipo di tutele? Soprattutto, che tipo di attività? Vogliamo che all’imbuto del post-laurea non si affianchi un ulteriore imbuto post-specializzazione, fatto di insicurezza, contratti provvisori e dequalificanti.
  3. No a specializzandi tappabuchi – Ci opponiamo a qualsiasi “utilizzo”, come purtroppo si legge spesso, dei medici in formazione specialistica per rispondere a pure esigenze di organico. Gli specializzandi non devono essere tappabuchi del sistema e non devono sobbarcarsi il peso di anni di miope programmazione del personale. Gli specializzandi devono prima di tutto formarsi in un contesto sicuro e stabile, che non sottragga tempo ed energie per altri scopi.
  4. Percorso di formazione unico – È fondamentale infine tutelare un percorso di specializzazione unico finalizzato ad assicurare le medesime competenze su tutto il territorio italiano, in una piena integrazione tra policlinici universitari, ospedali, territorio e servizi sanitari I cosiddetti “teaching hospitals”, di cui si sente parlare spesso come uno strumento per risolvere le attuali carenze, sono già implicitamente previsti dalla normativa vigente, dato che lo specializzando può accedere per legge ad una rete formativa che al suo interno non comprende solo centri universitari, ma anche numerose strutture accreditate del SSN. Pertanto, la loro attivazione come percorsi paralleli e non integrati avrebbe come unica conseguenza creare specializzandi di serie A e specializzandi di serie B.
  5. Percorsi formativi di qualità – Chiediamo i primi traguardi raggiunti sulla valutazione delle Scuole di Specializzazione, come l’accreditamento delle strutture assistenziali delle reti formative, siano sostenuti, perfezionati e integrati con processi di valutazione della qualità formativa che tengano in considerazione l’esperienza degli specializzandi.

Lo sciopero riguarda i dirigenti medici; gli specializzandi che decideranno di prendere parte alle manifestazioni previste, se organizzate in orario di lavoro, sono tenuti a segnalare l’assenza ai tutor e ai Direttori di Scuola come da contratto.

Chi volesse aderire alla protesta può in alternativa usufruire dei giorni di assenza ingiustificata previsti dal contratto. Le assenze ingiustificate che non comportino la risoluzione del contratto, che non superino cioè i quindici giorni complessivi annui, vanno recuperate al termine dell’anno di corso e comunque prima del passaggio all’anno successivo o dell’ammissione all’esame finale secondo le modalità stabilite dal Consiglio della Scuola.

Ricordiamo inoltre ai colleghi che il medico in formazione, da contratto, non può sostituire il personale di ruolo, e quindi, a maggior ragione nella giornata di sciopero, lo specializzando, non può e non deve, col suo lavoro colmare eventuali disagi che possano nascere dall’assenza del proprio tutor e del personale strutturato, e fornire prestazioni (visite ambulatoriali, interventi chirurgici non urgenti, refertazione di esami, attività di reparto diversa da quella prevista per legge in caso di sciopero), che in sua assenza non sarebbero state fornite.

Pertanto, vi invitiamo a far presente tale circostanza all’interno delle strutture operative di vostra afferenza per evitare di svolgere attività assistenziali in autonomia in assenza (totale o parziale) del personale medico strutturato, rifiutandovi di svolgere queste attività qualora vi venga richiesto.

Questo sarà anche un modo per contribuire fattivamente allo sciopero, rendendo effettiva la sua riuscita nei servizi in cui i nostri colleghi strutturati sciopereranno.


Pubblicato

in

,

da

Tag: