Comunicato di FederSpecializzandi in relazione alle parole sui Giovani Medici del Presidente dell’OMCeO di Udine, Dott. Tiberio.
“I giovani sono senza fame”, parole del Presidente dell’OMCeO di Udine dott. Gian Luigi Tiberio, di circa una settimana fa, cui ha fatto seguito un’ulteriore precisazione: “una delle cause della crisi del nostro mestiere è la sensazione di agiatezza che si rileva in alcuni giovani [medici]”. Quindi, nell’esplicitare il proprio pensiero, è chiaro che secondo il Presidente Tiberio una delle cause di un Servizio Sanitario al collasso risiede nei giovani, alcuni, che non hanno il coraggio di spendere tutte le proprie risorse per mettere pezze ad un sistema sempre più in difficoltà. Ammettendo che la sua prima dichiarazione fosse stata mal interpretata dal giornalista, nella sua precisazione il Presidente dell’Ordine dei Medici di Udine continua a sparare a zero su una quota di colleghi, in assenza della minima argomentazione. Riteniamo che questo comportamento non sia adeguato alla veste di chi si fa da garante di un Ordine e che sia opportuna una profonda riflessione sui modelli formativi e lavorativi in atto e sullo scontro generazionale che si sta creando.
“I giovani medici di cui parla il Dott. Tiberio, tutti, effettuano ogni giorno turni notturni, turni di guardia nei weekend e nei giorni festivi. In questo periodo di emergenza pandemica, come ogni altro sanitario, hanno sostenuto, anche nella Regione Friuli Venezia Giulia, in misura ancora maggiore il lavoro sul territorio e negli Ospedali, prestando la loro opera e il loro servizio laddove richiesto, e per molti di loro senza il benché minimo riconoscimento per gli sforzi profusi (come il bonus COVID previsto per tutti eccetto che per i Medici Specializzandi), spesso a discapito del proprio percorso formativo in risposta ad una necessità. Ora però, dopo due anni, continuare ad alimentare la retorica per cui la vita, le ambizioni, i desideri e i progetti personali debbano essere sacrificati per tenere in piedi un sistema in cui chi è venuto prima della nostra generazione non ha saputo trovare soluzioni strutturali, non è più accettabile” afferma il Dott. Michele Nicoletti, Segretario di FederSpecializzandi. “I giovani lavorano, hanno voglia e necessità di farlo, così come hanno voglia di formarsi in modo adeguato. Allo stesso tempo però richiedono dignità nel lavoro e tutela dei loro diritti come avviene per qualsiasi altro lavoratore. Quando un giovane medico chiede più tutele, o non vuole sottostare a determinate condizioni lavorative, non va di certo incriminato. Forse andrebbe ascoltato. Non si tratta di mancanza di motivazione, anzi, ma di un sentimento di sfiducia rispetto a quello che ci ha portati a questo punto: ci chiediamo come mai dei giovani svogliati si parla spesso e volentieri, mentre non si parla di come e perché si sia arrivati a questa situazione di crisi nel Servizio Sanitario. Se si ritiene che la carenza di personale sul territorio e negli Ospedali sia dovuta alla scarsa volontà dei Medici di lavorare si sta completamente sbagliando prospettiva. Il lavoro è cambiato, i bisogni di Salute sono cambiati, ma le condizioni strutturali e lavorative sono ferme a 20 anni fa: la figura professionale del Medico non può essere conservata tale e quale a come è stata nelle scorse decadi, in cui le condizioni erano del tutto diverse.
Siamo allo scontro generazionale, ed è un peccato: in un momento in cui la professione dovrebbe essere unita, si attribuiscono delle colpe in chi ha meno possibilità di difendersi, e la cui voce, com’è tipico in questo Paese, viene sempre ascoltata per ultima”
Fa seguito il commento del Dott. Gabriele Facchin, rappresentante di FederSpecializzandi ad Udine, e Medico Specializzando eletto negli Organi dell’Ateneo di Udine “Pur apprezzando il tentativo del Presidente Tiberio di spiegare un posizione più articolata, riteniamo di dovere esprimere una certa delusione nel constatare come si sia aperto uno scontro generazionale di questo tipo nella professione medica: anziché proporre un momento di confronto all’interno della categoria per trovare soluzioni a problemi complessi e strutturali oramai consolidati, sembra che si stia cercando di trovare un capro espiatorio. Miopia e scarsa lungimiranza del passato hanno portato alle difficoltà attuali, in un Sistema in cui a lavorare saremo proprio noi giovani medici, per i prossimi trent’anni. Veniamo spesso reputati arroganti e svogliati perché chiediamo che le soluzioni ai problemi si trovino anziché mettere la polvere sotto il tappeto o la testa nella sabbia, mettendoci in gioco noi per primi per accelerare ed incentivare questo cambiamento. Avere ancora fiducia nel voler cambiare le cose è un diritto ma ancor più un dovere dei giovani altrimenti un Paese non ha futuro. Non servono accuse o facili sentenze, serve un dibattito che coinvolga tutta la categoria per proporre soluzioni strutturali e lungimiranti dal percorso formativo (corso di Laurea, specializzazioni, formazione in medicina generale) alle realtà lavorative territoriali ed ospedaliere. Serve un dibattito trasversale a tutte le professioni sanitarie. Serve un confronto con tutti gli attori coinvolti nella salute dell’individuo. Non è tempo di accuse, è tempo di coesione nel pretendere soluzioni sempre più urgenti altrimenti noi giovani ne pagheremo le conseguenze come professionisti ma saranno i cittadini a pagare il costo maggiore in termini di Salute”.
Come FederSpecializzandi continuiamo a chiedere un cambio di passo, per adeguare la formazione medica e le condizioni lavorative dei giovani Medici alle necessità di salute del 2022, per rispondere ai bisogni di Salute della popolazione nel modo più efficace, sostenibile e migliore possibile, da qui a vent’anni. Chiediamo che quando si parla di giovani medici, la parola venga data proprio a quei Giovani Medici, che hanno lo sguardo rivolto al futuro e chiedono e vogliono renderlo un luogo migliore.