In riferimento alla volontà espressa dal Ministro Giannini di superare l’attuale test d’ingresso al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia a beneficio di una selezione basata sull’applicazione del cosiddetto “modello francese”, FederSpecializzandi intende sottolineare alcune importanti criticità nell’applicazione di tale proposta:
– Il Ministro Giannini ha tracciato, quale linea di indirizzo, un sistema di selezione basato sull’accesso libero al primo anno di corso e una selezione basata sugli esami sostenuti e sul merito degli studenti. Sottolineiamo come il percorso formativo del primo anno di studi differisca notevolmente fra i diversi corsi di laurea e il superamento degli esami sia spesso affidato a valutazioni orali e quindi del tutto discrezionali da parte dei docenti. In questo senso appare lecito domandarsi come si possa basare la selezione sugli esami sostenuti e con quali modalità verrà valutato il merito degli studenti. Intendiamo ribadire che qualsiasi sistema venga adottato, questo deve ispirarsi al principio della trasparenza e dell’oggettività della valutazione.
– L’accesso libero al primo anno di corso determinerà la frequenza delle lezioni di un numero di studenti molto più ampio di quello attuale. Basti pensare che all’ultimo concorso di accesso al corso di laurea in medicina e chirurgia hanno partecipato circa 65000 studenti per circa 10500 posti. Da un punto di vista strutturale, i nostri corsi di laurea in medicina e chirurgia non godono degli spazi e delle risorse tecnologiche per garantire una buona formazione, anche solo teorica, a un numero così ampio di studenti. Pertanto l’eventuale riforma dell’accesso a medicina nella direzione del modello francese, richiederebbe da parte del MIUR un forte investimento in termini di rinnovamento delle strutture che ospitano la formazione.
– Come è stato illustrato anche da alcune testate giornalistiche, il modello francese prevede che il primo anno di corso sia comune a una serie di corsi di laurea attinenti alla sfera delle professioni sanitarie. In questo modo gli studenti che, al termine della selezione, non raggiungono le posizioni utili ad accedere al corso di laurea in medicina possono continuare il proprio percorso in altri corsi di laurea tramite una graduatoria che possa indirizzarli verso altre lauree sanitarie. L’applicazione del “modello francese” al solo corso di laurea in medicina, invece, determinerebbe uno spreco ingente di tempo e risorse per migliaia di studenti, e per le relative famiglie, ogni anno che, se non ammessi al corso di laurea in medicina, dovrebbero ricominciare il loro percorso universitario in un altro settore.
– FederSpecializzandi chiede al Ministro se oltre alla modifica delle tempistiche con cui avverrebbe la selezione e delle modalità del concorso, siano in discussione anche i criteri su cui si basa la selezione. In Italia, l’accesso a medicina è storicamente affidato alla esclusiva valutazione di conoscenze nozionistiche nel campo delle scienze biologiche, fisiche, chimiche, matematiche e della logica e cultura generale. In altri paesi europei ed extra-europei, i criteri di selezione si basano, totalmente o in parte, su test standardizzati che esplorano attitudini comunicative, comportamentali ed etiche alla professione medica. A questo proposito, riteniamo utile che si apra una seria e approfondita riflessione su quali siano i requisiti richiesti per intraprendere il percorso formativo verso la professione etica.
– FederSpecializzandi, infine, ribadisce l’assoluta importanza di mantenere l’accesso programmato ai corsi di tutte le professioni di ambito sanitario, basando tale programmazione sulle reali necessità di numero, tipologia e competenze di risorse umane del nostro Servizio Sanitario Nazionale
Federspecializzandi auspica che tali considerazioni possano diventare oggetto di discussione nell’ambito di un tavolo di lavoro istituito per analizzare le criticità dell’attuale sistema di accesso e costruire un nuovo modello di selezione basato su solidi principi pedagogici.