Dall’istituzione del primo concorso nazionale di accesso alle Scuole di Specializzazione ad oggi il divario tra i candidati e i posti a disposizione è rimasto immutato.
Nel 2014 si sono iscritti 12168 candidati a fronte di 5504 posti totali; nel 2015 si sono iscritti 13188 candidati a fronte di 6363 posti; nel 2016 si sono iscritti 13802 candidati a fronte di 6725 posti.
In questi tre anni, rispettivamente 6664, 6825 e 7077 medici hanno dovuto rinunciare alla possibilità di accedere ad una Scuola di Specializzazione.
Anche considerando le circa 1000 borse di formazione aggiuntive annuali riservate ai corsi di Medicina Generale, i numeri rimangono largamente insufficienti per garantire il proseguimento della formazione a più della metà dei medici che ogni anno si iscrivono al concorso.
Per il 2017 il numero dei contratti a disposizione è addirittura leggermente diminuito a 6676.
Il Parlamento Italiano si sta confrontando sulla Legge di Bilancio per il prossimo anno.
Il tempo di avanzare legittime rivendicazioni è ora.
Chiediamo con forza che nella prossima manovra finanziaria vengano garantite risorse adeguate per fronteggiare questo imbuto formativo.
Uno specializzando al primo anno riceve una borsa di 25000 euro: un investimento complessivo tra 400 e 500 milioni di euro garantirebbe pertanto una copertura per coprire l’intero percorso formativo di più di 4000 contratti di formazione specialistica aggiuntivi.
Ci rendiamo conto che un simile impegno può essere facilmente respinto al mittente giocando la carta della “coperta troppo corta” o dei “tempi stretti” per rispondere a questa istanza.
Agli specializzandi viene infatti da anni ribadito che non ci sono sufficienti fondi per ulteriori contratti, ma molte proposte tra i vari comparti di spesa previsti nella Legge di Bilancio 2018 smentiscono tali affermazioni.
Ogni scelta per allocare le risorse complessive di un Paese non è neutrale o immodificabile, ma è la conseguenza di una deliberata definizione di priorità.
Da quanto possiamo osservare con rammarico, le risorse per i medici in formazione non sembrano una di queste.
Le elezioni si avvicinano e crediamo che sia interesse di tutti i cittadini e di tutto l’arco politico il buon funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale e la Salute della Comunità.
Come diceva il famoso rapporto Romanow “un sistema sanitario è sostenibile quanto si vuole che lo sia”, e questo vale ovviamente anche per la formazione delle figure che vi operano.
Stime sul fabbisogno di medici, indicano che i numeri attuali sono ben al di sotto di quelli realmente necessari.
I fondi che chiediamo non sono un lusso, ma un investimento necessario per garantire la sostenibilità della Sanità nei prossimi anni.
Il processo di accreditamento a cui le Scuole di Specializzazione sono state sottoposte quest’anno per definire adeguati contesti assistenziali fornisce ulteriori garanzie che queste risorse saranno ben spese: oggi non ci sono più scuse per non investire seriamente nella formazione medica post lauream.
FederSpecializzandi lancia un appello agli esponenti del Governo, ai responsabili di partiti di ogni schieramento, alla XII Commissione Permanente Igiene e Sanità del Senato, alla XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e ai medici del Parlamento affinché si inverta la tendenza consolidatasi negli ultimi anni e si crei una convergenza di intenti su una causa che riguarda tutti, in maniera indipendente da fazioni e orientamenti.
Le possibilità ci sono, come recentemente testimoniato da emendamenti apprezzabili come il numero 41.0.1 presentato dalla Senatrice Nerina Dirindin.
L’approvazione della Legge di Bilancio è l’ultimo treno da prendere per quest’anno.
Spetta alla politica decidere come agire.
Non ci aspettiamo più parole, ma interventi concreti per la tutela dei futuri medici in formazione.
Questo comunicato è stato inviato a tutti gli indirizzi indicati in questa petizione Change.org
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